Nell'opera teatrale di William Shakespeare "Giulio Cesare", l'indovino dice a Portia che ha un messaggio da dare a Cesare. Sebbene l'indovino non dica precisamente ciò che il messaggio contiene, egli implica fortemente che è una questione molto importante.
Portia è moglie di Bruto, uno dei membri principali della cospirazione che complotta per uccidere Giulio Cesare. La notte prima dell'assassinio programmato, dice a sua moglie dei suoi piani. Nell'atto II, Scena IV, che si svolge il mattino dopo, Portia si sente fuori, nervosa per le azioni programmate del marito. Invia un servo, Lucius, al Campidoglio, ma inizialmente si dimentica di dargli una commissione a causa della sua ansia. A quel punto, passa un indovino. Portia gli chiede l'ora e poi se Cesare è ancora andato in Campidoglio. Lui no, risponde l'indovino, che sta cercando di trovare un posto dove possa fermarsi e parlare con Cesare. Portia gli chiede perché, a cui l'indovino risponde che "lo implorerà di fare amicizia con se stesso". Quando Portia chiede se l'indovino sa di qualsiasi pericolo programmato per Cesare, risponde, "Nessuno che io sappia sarà, tanto che temo possa essere casuale." Poi, si dirige verso un luogo in cui la strada è meno affollata per aspettare il passaggio di Cesare. Portia diventa ancora più ansiosa, entra dentro per aspettare il rapporto del suo servitore sulle azioni di Bruto.