Nell'opera teatrale "Giulio Cesare" di William Shakespeare, Bruto è descritto come patriottico, onorevole, idealista, autocontrollo e non pratico. Questi tratti caratteristici rendono Brutus il tragico eroe della seconda parte del dramma mentre sottovaluta le conseguenze che si presentano quando partecipa all'assassinio di Cesare.
Bruto ricopre l'incarico di magistrato giudiziario all'interno della repubblica romana ed è un grande amico di Cesare. Ha anche un grande amore per la repubblica romana e il suo popolo, e questo amore è un fattore decisivo quando Bruto si unisce alla trama contro Cesare. La notte prima dell'assassinio, Bruto riceve una lettera da un abitante romano che dice che il popolo di Roma ha paura di Cesare. Questo spinge Brutus a partecipare all'assassinio per proteggere quelle persone e ideali che ama. Crede anche che la gente capirà che uccidere Cesare è necessario per proteggere la repubblica romana. Il popolo romano non è d'accordo con l'assassinio e si rivolgono contro Bruto. Dopo che Bruto si suicida alla fine dello spettacolo, Marc Antony, che era il nemico di Bruto, nota che Bruto era il "più nobile di tutti loro". Bruto non agisce mai dalla propria avidità o invidia per tutto il corso del gioco. Agisce sempre con le migliori intenzioni, il che rende la sua morte ancora più tragica.