Il famoso racconto 1985 di "And of Clay Are We Creat" di Isabel Allende è scritto nello stile del realismo magico e affronta temi di memoria, passato e morte. I temi sono spesso espressi con uso di dispositivi di trama e immagini che circondano il concetto di sepoltura. Anche se la storia è vagamente basata su un incidente nella vita reale in cui una ragazza è stata sepolta nel fango circondato dalle rovine della sua casa e dai cadaveri della sua famiglia dopo un'eruzione vulcanica, Allende si muove ben oltre i semplici fatti per raccontare un storia emotiva che evoca sentimenti di perdita e sofferenza.
Le immagini di essere sepolti vivi che arrivano attraverso la semplice storia in cui il reporter Rolf Carle cerca di salvare Azucena, la ragazza che è sepolta nel fango, riflettono il modo in cui Carle ha seppellito i suoi ricordi. Ha evitato i ricordi dolorosi della sua famiglia per 30 anni, e solo nel tentativo di liberare Azucena riesce a confrontarsi con il proprio passato. Proprio come i fratelli e sorelle morti di Azucena, aggrappati alle sue gambe sotto le tonnellate di fango, la tirano giù e la mantengono libera, così i ricordi di Carle lo hanno tenuto intrappolato nella paura e nel ricordo dell'umiliazione. Sebbene non sia in grado di liberare fisicamente Azucena e debba vederla affondare nell'argilla e morire, Carle viene liberato dalle sue paure e ricordi del passato dal suo incontro con la ragazza.