Gli antichi egizi credevano che l'anima non si staccasse completamente dal corpo e che, per vivere bene nell'aldilà, il corpo fosse preservato nel miglior modo possibile. Nell'antica religione egiziana lo spirito ha tre parti: il ka, il ba e l'akh. Il ka rimane con il corpo nella tomba, mentre il ba è la parte dell'anima che vaga oltre il luogo di sepoltura e l'akh è la parte dell'anima che viaggia verso l'inferno per il giudizio e per poter entrare nell'aldilà.
Gli esperti ritengono che gli antichi egizi abbiano scoperto per caso il processo di mummificazione. Le prime mummie egizie furono preservate principalmente a causa delle condizioni in cui furono sepolti i corpi. Prima del 3500 a.C., gli egiziani seppellivano i loro morti in tombe poco profonde, indipendentemente dal rango sociale. Questo espose i corpi alla sabbia arida e calda del deserto, che disidratò e quindi preservò e mummificò i corpi in modo naturale.
Gli antichi egizi studiarono e continuarono a perfezionare il processo di mummificazione per 2000 anni, aggrappandosi bene alla tradizione nell'era romana. Il processo di mummificazione prevedeva la rimozione di quanta più umidità possibile dopo aver eliminato gli organi interni. Il corpo fu asciugato coprendolo con una sostanza chimica simile al sodio chiamata natron per circa 70 giorni. Dopo il processo di asciugatura, il corpo verrà avvolto in un panno per completare il processo di mummificazione.