Il raddoppio è un dispositivo letterario che viene utilizzato per confrontare o contrastare la familiarità con lo strano. È più comunemente usato nella letteratura gotica dove i personaggi sono letteralmente o figurativamente raddoppiati per esaminare una natura o un desiderio nascosti.
Un esempio di duplicazione letteraria si può trovare in "Lo strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde" di Robert Louis Stevenson, in cui il personaggio principale cambia fisicamente in una versione malvagia, carnale e selvaggia di se stesso. In tal modo, Stevenson è in grado di esaminare la questione della presenza del bene e del male in un individuo.
In "Dracula" di Bram Stoker, i personaggi di Dracula e Van Helsing esemplificano anche il raddoppio letterario in quanto sono connessi e simili tra loro attraverso la loro stranezza. Tuttavia, sono diversi negli ideali a cui aderiscono.
Il raddoppiamento letterario nella letteratura gotica fu usato anche come mezzo per esaminare la demolizione dell'aristocrazia vittoriana durante il XVIII e il XIX secolo. Prima di questo periodo, l'aristocrazia in Inghilterra deteneva un'autorità indiscussa come capo della società. Mentre l'aristocrazia cominciava a crollare, la rottura cominciò a comparire nella letteratura gotica del tempo come "Frankenstein" di Mary Shelley, in cui il raddoppiamento letterario prende la forma di un mostro e di una famiglia aristocratica.