Il romanzo di William Golding "Il Signore delle mosche" ha molti esempi di ironia, molti dei quali sono radicati in affermazioni che i giovani fanno di ordine e cultura, che in seguito non riescono a sostenere. Uno di le citazioni più palesemente ironiche vengono dal violento antagonista Jack che, all'inizio del libro, afferma: "Dobbiamo avere regole e obbedire loro, dopotutto non siamo selvaggi".
L'ironia situazionale può essere definita come una circostanza in cui ciò che accade è l'opposto di ciò che ci si aspetta. Gran parte dell'ironia nel "Lord of the Flies" di Golding è costruita sulla premessa che i ragazzi bloccati sull'isola fossero ragionevolmente civilizzati e istruiti prima del loro arrivo. Nel corso del romanzo, gradualmente passano dall'avere una democrazia libera ma funzionale alle tribù primitive in guerra che cacciano, torturano e uccidono i loro nemici. Questa cultura primitiva guerriera è anche ironica perché l'aereo che li ha incatenati era destinato ad evacuarli da un'Europa fittizia dilaniata dalla guerra.
Anche le interazioni e gli sviluppi dei singoli personaggi sono ironici. Jack, il raffinato leader del coro, finisce per guidare la tribù più selvaggia, anche dopo aver rilasciato dichiarazioni elitarie. Simon, il ragazzo più piccolo con svenimenti, è l'unico a vedere la vera natura della "bestia" che cadeva dal cielo. Piggy, che è ostracizzato per il suo peso, l'asma e la vista, è necessario per la loro sopravvivenza perché solo i suoi occhiali possono accendere il fuoco.