Il poeta Alfred Lord Tennyson utilizza diverse figure retoriche in tutto il suo poema "Ulisse". Il narratore Ulisse descrive se stesso come "vagando con un cuore affamato", che è una metafora che si paragona ad un animale predatore. Il poema usa una metafora per confrontare il godimento della battaglia con il bere dicendo "E l'ubriacatura del piacere della battaglia con i miei coetanei".
Il narratore paragona anche vita da vivere a bere, quando dice "Berrò /Vita ai lieviti", che è una vecchia versione di "vivere la vita al massimo". Il poema personifica il mare e un gruppo di stelle chiamato Hyades dicendo "le Hyade piovose /Vesti il mare oscuro", attribuendo attributi umani a oggetti non umani. Il poema ha una similitudine nella frase "Seguire la conoscenza come una stella che affonda", che mette a confronto la ricerca della conoscenza con l'uso di una stella come guida come facevano i marinai. Il poema usa il concetto di notte come metafora della propria morte descrivendo l'inizio della notte e l'apparizione delle stelle. Il narratore del poema si riferisce ai suoi marinai come "anime", che è una sineddoche, perché usa una parte per difendere l'insieme degli oggetti cui si fa riferimento.