La storia dello schiavo che ha strappato una spina dalla zampa di un leone si chiama "Androclus and the Lion." La storia non è nata nella Bibbia, ma nel quinto libro di "Attic Nights" "dall'autore romano Gellius.
La versione originale di "Androclus and the Lion" è raccontata come un testimone oculare di uno spettatore al Circo Massimo di Roma. Uno schiavo, Androclo, viene portato fuori per essere mangiato da un leone, ma quando il leone lo vede, lo fulmina su di lui come un cane. Androclus racconta la sua storia di come è fuggito dal suo padrone e si è nascosto in una grotta dove ha trovato un leone con una scheggia nella sua zampa a Gaius Caeser. Androclus rimosse la scheggia, e il leone lo ripagò dandogli cibo e riparo per i successivi tre anni. Androclus partì per tornare alla civiltà, ma fu catturato e condannato a morte a Roma. Per serendipità, fu messo nell'arena con lo stesso leone che guarì, che era stato anche catturato. Questa storia spinge il pubblico a chiedere la libertà di Androclo, e diventa un uomo libero con il leone come compagno.
Esopo in seguito ha usato questa storia nel suo libro di favole, aggiungendo ad essa la lezione morale "la gratitudine è il segno delle anime nobili". La fede cattolica attribuisce la storia alla vita di San Girolamo, affermando che ha trattato una zampa di leone e in cambio il leone ha sorvegliato il suo monastero. La storia è anche usata come allegoria in "Gesta Romanorum", dove il leone è la razza umana e il peccato originale della spina, tirato fuori dal suo corpo dal battesimo.