La ragione principale per cui Cassio vuole che Bruto si unisca alla cospirazione contro Cesare è perché Bruto è molto rispettato tra la gente di Roma. Cassius lo fa lusingando e giocando con la vanità di Bruto.
L'opera "Giulio Cesare" di William Shakespeare descrive gli eventi precedenti, durante e dopo l'omicidio del dittatore romano Giulio Cesare. Nell'atto 1, scena 2, Cassio si avvicina a Marcus Brutus, un politico romano e amico intimo di Cesare. Cassius inizia ad adulare Brutus chiedendo se Brutus può vedere quanto gli altri politici e la gente lo rispettano. Quando Bruto risponde modestamente che non lo fa, Cassius dice che assumerà il ruolo dello specchio di Bruto, in modo che possa vedere da sé.
Quando Cassio e Bruto sentono la gente gridare per Cesare e manifestano il loro disdegno reciproco di poter diventare re, Cassius vede la sua opportunità di sedurre il rispettato Bruto alla sua cospirazione contro Cesare. Pertanto, Cassius inizia a mettere in discussione quanto sia ingiusto e pericoloso che una persona debba torreggiare su così tante altre. Bruto conclude la conversazione dicendo che è disposto a prendere in considerazione le parole di Cassio. Bruto quindi compie i primi passi verso la creazione di un cospiratore, fornendo così la legittimità della cospirazione a causa della sua figura potente e ampiamente rispettata.