La critica sociale appare in molti media, con arte, musica, letteratura e accademici che spesso sono le fonti più cospicue. Tra le opere letterarie più famose di critica sociale ci sono "Animal Farm" di George Orwell, "A Tale of Two Cities" di Charles Dickens e "Hard Times", "Brave New World" di Aldous Huxley e "The Jungle" di Upton Sinclair. Nel regno della pittura, molte opere di critica sociale si trovano all'interno del movimento chiamato "realismo sociale".
Per definizione generale, la critica sociale è qualsiasi enunciazione o modalità di critica che espone e delinea le fonti del male sociale o dell'ingiustizia. Spesso tali lavori devono essere collocati nel contesto storico che li ha prodotti. La "fattoria degli animali" di Orwell, ad esempio, cerca di esporre l'ipocrisia e il fallimento dell'applicazione del comunismo nel 20 ° secolo, mentre lo "Zio Tom's Cabin" di Harriet Beecher Stowe mette in luce i mali della schiavitù americana della metà del XIX secolo.
Nella musica, la critica sociale è un elemento dominante all'interno dello spirito ribelle del punk rock, così come nelle stilizzazioni del rap spesso analitiche e razzialmente consapevoli. Nella pittura, la critica sociale arriva fin dai primi modernisti e impressionisti, con pittori come Manet e Toulouse-Latrec che raffigurano il destino senza speranza del bevitore di assenzio.
Negli Stati Uniti, il realismo sociale si radicò davvero durante l'era della Grande Depressione quando i membri della famosa scuola di Ashcan offrirono scorci di povertà e vita urbana senza romanticismi. Negli studiosi, alcuni dei più importanti critici sociali provengono dalla tradizione marxista, come la Scuola di Francoforte, e si concentrano sugli abusi percepiti e sull'egemonia culturale della società capitalista.