William Shakespeare ha iniziato a scrivere opere teatrali perché è stato influenzato da autori classici, due dei quali erano Geoffrey Chaucer e Plutarco. Ha anche trovato ispirazione dalla Bibbia e dalla natura.
L'influenza di Chaucer è chiaramente visibile nelle opere di Shakespeare, in particolare con l'uso del pentametro giambico da parte di Shakespeare. Questo è visto come un cenno all'utilizzo di Chaucer di uno stress da cinque righe. Inoltre, le opere di Chaucer includevano umorismo osceno e personaggi interessanti coinvolti in numerosi colpi di scena. Molti degli scritti di Shakespeare seguono questo stesso schema.
L'esempio più evidente dell'influenza di Plutarco è visto nella famosa opera di Shakespeare "Giulio Cesare". Le "vite dei nobili e dei romani" di Plutarco sono state tradotte da Sir Thomas North. Questa traduzione era la fonte primaria di Shakespeare per "Giulio Cesare".
Anche la Bibbia ha avuto un enorme impatto sulle opere di Shakespeare. Una stima conservativa dei riferimenti biblici che ha usato ammonta a 1.200. I suoi scritti contengono più riferimenti biblici di quelli di qualsiasi altro drammaturgo elisabettiano. La sua opera "Macbeth" è una delle sue opere più famose e contiene numerosi riferimenti biblici.
"King Lear" è uno dei migliori esempi di una delle opere di Shakespeare che riflette l'influenza della natura. Durante il gioco, i personaggi parlano di elementi naturali come il regno animale e corpi celesti. Anche le forze elementali incontrollabili appaiono sotto forma di incendi, uragani e tuoni.