Nel romanzo di JRR Tolkien "Lo Hobbit" ci sono diversi tipi di simboli, molti dei quali sembrano fare riferimento a elementi della mitologia nordica, alla Bibbia cristiana e alle guerre dell'Europa del 20 ° secolo. " Lo Hobbit, "ambientato nel regno della fantasia noto come Terra di Mezzo, presenta oggetti, creature e luoghi che sono spesso interpretati come simboli, sebbene l'autore abbia negato intenzionalmente l'uso di simboli o allegorie.
J. R. R. Tolkien è meglio conosciuto per i romanzi "Lo Hobbit" e "Il Signore degli Anelli", ma questi romanzi costituiscono solo una porzione relativamente piccola del vasto mondo fantastico che Tolkien ha costruito. Nel creare razze, culture, religioni e completare le lingue scritte e parlate, Tolkien ha attinto elementi della storia e delle mitologie europee. Molti studiosi hanno paragonato il mondo stesso, la Terra di mezzo, al mondo norvegese Midguard, a causa della rappresentazione simile di creature come elfi e nani. Il drago, Smaug, è simile ai draghi norvegesi che erano conosciuti per custodire tesori nelle loro caverne, e la terra degli Elfi di Valinor è spesso paragonata al nordico Asgard o al paradiso cristiano. Le antiche influenze inglesi possono essere viste nelle lingue e nei nomi usati da Tolkien, in particolare quelli dei nani, e nei confronti del poema epico "Beowulf".
Gli studiosi hanno anche teorizzato che le raffigurazioni di guerre di Tolkien nel romanzo sono intese come riferimento alla carneficina di cui è stato testimone durante la prima guerra mondiale. Allo stesso modo, si ritiene che il ritratto degli Hobbit, le cui vite semplici offrono conforto, simboleggiano un avvertimento contro troppo affidamento sulla tecnologia. Istruttori e studenti possono anche trovare simboli nel comportamento dei personaggi che riflettono aspetti della natura umana.
Tuttavia, anche se i lettori trovano significato correlabile e simbolico in molte di queste figure, secondo l'autore, questi confronti non sono stati intenzionali. In una lettera a Herbert Schiro, J. R. R. Tolkien asseriva: "Non c'è simbolismo o allegoria consapevole nella mia storia". I simboli, come il godimento di una storia, sono quindi lasciati all'interpretazione del lettore.