I colori che rappresentano i sette peccati capitali sono viola per orgoglio, verde per invidia, rosso per rabbia, azzurro per accidia, giallo per avidità, arancione per ingordigia e blu per lussuria. I sette mortali i peccati appaiono nel libro "Divina Commedia" di Dante Alighieri, nato intorno al 1265 e morto nel 1321.
Dante considerava l'orgoglio il primo peccato perché causava la caduta di Lucifero. Credeva che tutti gli altri peccati derivassero dall'orgoglio. Dante descriveva l'invidia come volere ciò che gli altri hanno al punto in cui una persona desidera privarsene. Rabbia, odio o ira che credeva portarono ad altri peccati, tra cui vendetta, violenza e mancanza di perdono. La pigrizia si riferiva alla tristezza e all'apatia, che causavano l'incapacità di amare Dio abbastanza e vedere la sua bontà e i suoi doni.
Avidità, credeva, promuoveva l'egoismo e il materialismo e accecava una persona per i più grandi benefici del cielo. La gola si riferisce al sovra-consumo, che rende una persona schiava di basare i desideri e sostituisce la devozione di una persona a Dio. Dante pensava che la lussuria, come l'ingordigia, potesse essere ossessiva e interferire con gli obblighi religiosi di una persona.
Una statua di Dante si trova a Firenze in Piazza di Santa Croce. Sandro Botticelli ha anche dipinto il suo ritratto.