Secondo Wade Bradford di About.com, nel secondo atto di "The Crucible", John Proctor dice al reverendo Hale che crede che molte delle persone che accusano gli altri di stregoneria lo fanno solo per paura che loro loro stessi saranno accusati di stregoneria. Inoltre discute i suoi sospetti sul Reverendo Parris e afferma che la ragione per cui non va in chiesa è perché non sopporta l'ipocrisia di Parris.
La rivelazione di Proctor segna un punto di svolta nel personaggio di Hale. Nel primo atto, Hale ha dimostrato di essere un appassionato cacciatore di streghe orgoglioso della sua abilità nel liberare il diavolo. Questa discussione, tuttavia, porta in primo piano tutti i dubbi di Hale e, man mano che il gioco continua, diventa sempre più dubbioso che coloro che portano accuse di stregoneria non stiano dissimulando.
"The Crucible", un racconto romanzato dei Prove di Salem Witchcraft del 1692, fu scritto dal drammaturgo Arthur Miller nel 1953 come un'allegoria del maccartismo. Nella sua opera, Miller si concentra sui Proctor, una famiglia relativamente benestante che vive ai confini meridionali di Salem. Sia nel gioco che nella storia, John Proctor, il tragico eroe, fu appeso come una strega. Non ci sono prove storiche che il vero John Proctor sia stato coinvolto in una storia d'amore con nessuno. Elizabeth Proctor, sua moglie, fu tra le prime persone accusate di stregoneria, ma fu risparmiata dall'impiccagione perché era incinta.