Nel XIX e all'inizio del XX secolo, i geologi ipotizzarono che le principali masse terrestri fossero un tempo collegate tramite una serie elaborata di ponti terrestri. Questo era un tentativo di spiegare la distribuzione di piante e animali in tutto il mondo, come è stato riconosciuto che le popolazioni non avrebbero potuto irradiarsi in tutto il mondo come avevano fatto con i continenti nella loro configurazione attuale.
La teoria del ponte terra ha spiegato come la vita potesse aver popolato diversi continenti immaginando un numero sempre crescente di ponti terrestri ormai sommersi. Sebbene in alcuni luoghi siano esistiti ponti di terra, come il ponte di terra di Bering che permetteva agli umani di popolare le Americhe, l'alto numero e il comportamento irrazionale dei ponti di terra proposti rendevano la teoria impraticabile. All'inizio del XX secolo si supponeva che un ponte terrestre avesse collegato il Brasile con l'Africa, il che spiegava le somiglianze tra roditori africani e sudamericani, e un altro ponte avrebbe dovuto collegare l'Europa con il Nord America. Si pensava che un altro ponte, o forse un continente perduto chiamato "Lemuria", avesse attraversato l'Oceano Indiano. Nessuno di questi ponti di terra e continenti perduti ha lasciato tracce geologiche della loro presenza, e la teoria è stata infine demolita con l'accettazione della tettonica a placche come meccanismo per la deriva dei continenti.