I razionalisti credono che la ragione non richieda esperienza per essere capita e che tutte le verità del mondo esistano in forme innate. Il razionalismo è una delle cinque teorie della conoscenza, che includono empirismo, scetticismo, scienza e idealismo trascendentale.
Il razionalismo si basa sull'idea della ragione "come unica fonte affidabile di conoscenza umana", riferisce Queensborough Community College. È stato introdotto per la prima volta da Descartes e poi da Leibniz e Spinoza. Cartesio introdusse il razionalismo come punto di vista alternativo alla scolastica, che era un punto focale per gli accademici, o per gli studi accademici. Il razionalismo è radicato nel mondo reale e implica ragionamento deduttivo, modi di pensare astratti e ragionamento analitico.
Il razionalismo si oppone anche al misticismo e propone che le persone debbano usare la loro ragione per determinare cosa esiste invece di seguire una logica intuitiva o sentirsi dentro di loro. Ciò, tuttavia, non significa che i razionalisti non credono nelle potenze superiori. I razionalisti credono semplicemente che una credenza in Dio debba essere innata e che la conoscenza dell'esistenza e di un potere superiore non possa che essere innata. Un altro razionalista, Noam Chomsky, riteneva che la capacità di imparare e usare il linguaggio fosse un'abilità innata. I razionalisti si oppongono anche agli empiristi che credono che esista una dualità di conoscenza. I razionalisti credono che la conoscenza innata sia l'unica componente essenziale della conoscenza.