I progressi tecnologici della rivoluzione industriale hanno causato un aumento del fabbisogno di materie prime che ha incoraggiato l'ascesa dell'imperialismo europeo. Le colonie hanno anche fornito mercati vincolati per i manufatti.
La rivoluzione industriale iniziò in Gran Bretagna all'inizio del XVIII secolo, un periodo in cui l'imperialismo europeo nel Nuovo Mondo e attorno alle coste dell'Africa e dell'Asia era già in atto. Tuttavia, la rivoluzione industriale ha cambiato radicalmente la natura del colonialismo. In precedenza si era concentrato principalmente sul commercio in Africa e Asia e sull'oro e l'agricoltura nel Nuovo Mondo. La Rivoluzione Industriale ha aumentato enormemente la produttività nelle aree industrializzate, portando alla necessità di più materie prime per tenere il passo con la capacità tecnologica. Di conseguenza, la Gran Bretagna aveva bisogno di una fonte di materie prime, come il cotone, per far funzionare le sue fabbriche tessili. Il bisogno di cotone era una delle ragioni delle acquisizioni britanniche in India, Egitto e in altre aree.
La rivoluzione industriale ha anche reso gli europei più capaci di conquistare ampie parti del mondo. I miglioramenti europei nelle armi hanno reso le nazioni non industrializzate più facili da sconfiggere in battaglia. I battelli a vapore e le ferrovie rendevano gli europei più capaci di proiettare il potere in colonie lontane, il che consentiva alle potenze europee di controllare aree più vaste. I miglioramenti nel trasporto hanno anche dato agli europei un migliore accesso ai mercati lontani, dando loro un posto dove vendere i prodotti fabbricati con la loro nuova tecnologia.