Cesare Beccaria teorizzava sul libero arbitrio, sul modo razionale e sulla manipolabilità; credeva che il libero arbitrio consentisse alle persone di fare le proprie scelte e che le persone avessero un modo razionale di applicare le loro decisioni al fine ultimo di raggiungere la soddisfazione personale. Il suo trattato, "Sui crimini e le pene", e il suo le teorie in generale sono ancora discusse nei tempi moderni.
Secondo Beccaria, la legge esiste per avvantaggiare la società e preservare il contratto sociale, ma poiché gli interessi delle persone a volte entrano in conflitto con la società, i risultati della criminalità, di solito per interessi personali del criminale. Beccaria credeva che le persone potessero essere dissuase dal crimine se la punizione che ne risulta fosse superiore ai benefici del crimine. Ciò rende il crimine una scelta illogica.
A suo tempo, il trattato di Beccaria identificava la necessità di una riforma nel sistema di giustizia criminale, che riteneva antiquato e barbaro. Beccaria credeva nei diritti dei criminali e delle loro vittime, e molte delle sue teorie prevedevano la prevenzione del crimine e punizioni appropriate per i crimini.
In particolare, "Sui crimini e le pene" serviva da guida per i padri fondatori quando stavano redigendo la Costituzione degli Stati Uniti e la Carta dei diritti. Oggi, le sue teorie sono state applicate agli argomenti riguardanti l'abolizione della pena di morte, la punizione rapida e la verità nella condanna.