Oltre ad essere tristemente onorato da un aggettivo negativamente percepito, "Machiavellian", che gli è stato intitolato, Niccolo Machiavelli è noto per la sua critica della teoria politica moralista, i suoi "libri guida" sul mantenimento dello stato potere e il suo disprezzo pragmatico e spesso disagio per l'etica nel suo consiglio scritto ai governanti del suo tempo. Alcuni pensatori successivi, come Jean-Jacques Rousseau, credono che il vero contributo di Machiavelli al pensiero politico e filosofico fosse quello di esporre piuttosto che celebrare la mancanza di etica prevalente nella governance. Alcuni studiosi moderni sottolineano che il successo di Machiavelli nello scrivere commedie popolari e pungenti è la prova del suo lato satirico e anche le sue osservazioni politiche dovrebbero essere considerate in questa luce.
Uno dei successi di Machiavelli è che a volte viene visto come un prototipo del moderno investigatore o scienziato empirico. Ha costruito le sue generalizzazioni dalle sue esperienze di prima mano nell'ambito della politica del Rinascimento e da fatti storici. Machiavelli enfatizzò l'inutilità della teorizzazione immaginativa e notò invece, in modo realistico, come il potere politico potesse essere efficacemente mantenuto. Ha semplicemente descritto ciò che i governanti hanno realmente fatto per mantenere i loro stati, e lo ha fatto in uno "spirito scientifico", ignorando qualsiasi domanda riguardante se tali azioni fossero buone o cattive. A questo riguardo, si potrebbe dire che il suo obiettivo era scoprire e osservare ciò che stava realmente accadendo e che preferiva vedere il mondo da una prospettiva empirica e realistica, piuttosto che idealistica.